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Espansione e crescita, ma sempre più nel segno delle energie rinnovabili

D. Il Gruppo Audax, sin da subito, si è mosso per essere presente anche in altri mercati oltre a quello spagnolo. Dall’apertura della filiale portoghese nel 2013, è stato un susseguirsi di investimenti in Europa: 2014 Italia, 2015 Germania e Polonia, 2017 Olanda. Un’espansione decisamente rapida, specie in un settore competitivo come quello energetico…
Sì, possiamo definirla un’espansione rapida, ma mai avventata. Ogni singola operazione è stata portata avanti con prudenza, secondo logiche di investimento chiare e attente analisi del rischio. Direi che lo sviluppo del Gruppo Audax all’estero è guidato da almeno due criteri.
Primo, sono esclusi dalle attuali strategie espansive tutti quei mercati energetici altamente competivi e già fortemente maturi, tipici dei Paesi del nord Europa, per esempio Svezia, Finlandia, Danimarca o dello stesso Regno Unito. Mercati avanzati, in cui è già avvenuto il delicato passaggio da una situazione di monopolio od oligopolio a una di vera liberalizzazione, con l’attiva partecipazione di una molteplicità di soggetti all’offerta energetica.
Secondo criterio, non ambiamo a entrare in mercati che, al contrario, sono eccessivamente bloccati, rigidi e ad oggi ancora lontani da possibili aperture a una reale concorrenza fra i player. Per intenderci, quelli dove la presenza di società partecipate dallo Stato è ancora troppo rilevante.
D. Dunque cercate una via mediana…
Audax guarda con interesse a quei Paesi in cui la transizione verso un mercato liberalizzato sta avvenendo o è prossima a realizzarsi. Solo lì è utile e ha senso portare le nostre soluzioni, il nostro metodo di lavoro, la nostra visione.
Ecco perché, dopo la Spagna e il Portogallo, l’Italia è un mercato ideale dove investire e al quale proporre la nostra idea di consumo energetico.
D. Per Audax, dunque, espansione e crescita continuano a essere concetti che vanno di pari passo?
Nella strategia al 2020 parliamo di 1/3, 1/3, 1/3. Ovvero, l’obiettivo a due anni è arrivare a una sostanziale equivalenza di fatturato considerando le attività svolte rispettivamente in Spagna, in Europa e in America Latina. Benché, ad oggi, la maggior parte dei ritorni degli investimenti abbia matrice spagnola, stiamo comunque assistendo a una decisa crescita di quella che possiamo chiamare “quota europea” e quindi anche italiana.
Il ritardo maggiore - se così possiamo definirlo - riguarda l’espansione in America Centrale e Meridionale. Questa difficoltà di penetrazione sconta non solo la relativa vicinanza temporale degli investimenti, ma anche le differenze fra le nazioni oggetto d’interesse dal punto di vista economico, politico e, soprattutto, normativo-regolatorio.
D. Panama è l’esempio di come potrebbe essere la penetrazione a quelle latitudini…
Senza dubbio. Audax è presente a Panama in una doppia veste, quella di produttore di energia con un parco eolico - in costruzione - da 66 MW di potenza installata e di oltre 150 milioni di dollari investiti, e quella di venditore, in seguito ad accordi presi con soggetti locali per accedere al mercato energetico retail del Paese centroamericano.
D. Ci aspettiamo dunque la presenza di Audax in altri mercati?
Sì, è nei nostri piani. Tuttavia, desidero aggiungere una breve riflessione. Investire all’estero è, senza dubbio, un pilastro della nostra strategia di sviluppo; ma non può essere l’unico. In questo senso abbiamo sempre ragionato anche in termini di diversificazione delle attività e degli ambiti sui quali puntare. Diversificare per diminuire i rischi economico-finanziari ma anche normativi-regolatori che un player energetico può incontrare mentre opera in un determinato mercato.
D. Direttore, potrebbe indicarci un altro “pilastro”?
L’energia per Audax deve essere soprattutto pulita. E dunque derivare da fonti rinnovabili, sicure e ambientalmente sostenibili.
Una scelta strategica duplicemente positiva che ha in sé una componente etica, da intendersi quale doveroso impegno che ognuno di noi - specie se si tratta di un soggetto collettivo - deve assumersi nei riguardi della conservazione del Pianeta e dunque del futuro nostro e delle generazioni a venire. E una componente economico-finanziaria, considerando che una politica green può portare a interessanti vantaggi in termini monetari. Elemento che per una compagnia che dà lavoro a migliaia di persone e fornisce energia a centinaia di migliaia di clienti è tutt’altro che trascurabile.
D. L’energia rinnovabile dunque conviene?
Il prezzo dell’elettricità prodotta da centrali alimentate a gas o a carbone è inevitabilmente soggetto alle fluttuazioni di questo tipo di combustibili. Fluttuazioni che sappiamo dipendere da una pluralità di fattori fra loro diversi, difficilmente controllabili e che vanno dalle speculazioni del mercato, alla tassazione di ogni singolo Paese, alla loro maggiore o minore reperibilità fino a questioni di natura geo-politica.
L’investimento in tecnologia eolica o solare fotovoltaica è, invece, svincolato dai fattori sopra citati. Ecco perché ci sembra la via giusta, in ogni senso.
D. Quanto sarà green l’energia del Gruppo Audax?
Ci siamo dati un obiettivo: far sì che entro il 2020, il 60% dell’energia venduta ai nostri clienti (privati o business) provenga da fonti rinnovabili.
L’energia green può arrivare direttamente da impianti di proprietà di Audax (come già accade o accadrà grazie ai parchi eolici e fotovoltaici a Panama, in Francia e in Polonia) o da altri produttori, in virtù di accordi di acquisto in grado di garantire prezzi vantaggiosi per tutta la filiera, dal produttore fino al consumatore finale.
D. Quanto dovremo aspettare per arrivare a questo genere di accordi?
Nulla, già accade. A marzo di quest’anno, abbiamo siglato un contratto di acquisto di energia pulita da un importante produttore spagnolo, Cox Energy. In breve, si tratta di un PPA, Power Purchase Agreement, accordi di acquisto di energia a lungo termine tra i produttori di energia rinnovabili e grandi compagnie venditrici. I termini di questa operazione riguardano la copertura di 660MW di potenza installata, sufficiente per distribuire 1.300 GWh all’anno di energia verde, per capirci l’equivalente al consumo di più di 390mila famiglie. Considerando numeri e cifre dell’operazione, si tratta del più importante PPA mai siglato ad oggi per l’acquisto di energia fotovoltaica.

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