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Sempre più vento e sole nel futuro delle energie rinnovabili

di Eladio Pascual – Director de Operaciones Audax Renovables

“Un quarto dell’energia usata è green”, “Rinnovabili è boom: verso il superamento del carbone” o “Entro due decenni, la maggior parte dell’energia sarà sole e vento” e potremmo continuare. Questo, infatti, il tenore dei titoli con i quali i mass media raccontano l’importante crescita delle fonti di energia rinnovabile nel mix energetico mondiale.

È di pochi giorni fa la notizia degli ottimi risultati dell’eolico negli USA: + 8% rispetto al 2017 e quasi 97 GW di potenza installata. Secondo l’annuale report dell’American Wind Energy Association (AWEA), il vento sarebbe oggi in grado di fornire elettricità a circa 30 milioni di famiglie americane.  Un nuovo modo di considerare l’energia e la sua produzione che vede lo stato del Texas in prima linea, con 25 GW di potenza installata sul suo territorio. [+info]

Ma a che punto siamo con lo sviluppo delle rinnovabili? Quanto è lontano l’obiettivo di una transizione energetica globale?

Partiamo da tre considerazioni.

  1. Innanzitutto, è utile ricordare che i combustibili fossili – petrolio in testa – continueranno a essere i protagonisti della scena energetica dei prossimi decenni. Secondo quanto delineato dagli scenari dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) [+info] il carbone, per esempio, perderà la seconda posizione nel mix energetico mondiale solo nel 2040, superato dal gas naturale. È oggi impensabile che tanto le principali economie mondiali – soprattutto di nazioni in forte crescita come Cina e India – come quelle dei Paesi via di sviluppo possano rinunciarvi. Anche la domanda di idrocarburi proseguirà la salita e avrà il suo picco attorno al 2030. Ugualmente rimarrà forte il ruolo degli stessi nella produzione di energia, con previsioni di una domanda che oscillerà tra gli 80 e i 130 milioni di barili di petrolio giornalieri, rispetto ai circa 95 milioni di barili attuali (dati Report BP 2019 +info).
  2. Secondo elemento: i consumatori di energia sono cambiati o cambieranno. Nel 2000, Europa e Nord America rappresentavano oltre il 40% della domanda energetica globale e le economie in via di sviluppo dell’Asia circa il 20%. Fra poco più di 20 anni la situazione sarà ribaltata; già oggi la metà della crescita mondiale della domanda di gas, il 60% di quella di eolico e solare, oltre l’80% di quella di petrolio e oltre il 100% dell’aumento dei consumi di carbone e nucleare sono da imputare alle nazioni asiatiche.
  3. Terzo: l’elettricità ha assunto un ruolo sempre più centrale, in special modo nelle moderne economie, diventando la seconda fonte più utilizzata a livello globale dopo il greggio. Oggi rappresenta il 19% del consumo mondiale, ma le prospettive parlano di un futuro in cui si arriverà al 65%. E in questo quadro si può inserire la progressiva e – negli ultimi anni – sostenuta crescita delle FER.

Tuttavia, il Texas citato in apertura è un ulteriore segnale che la “situazione sta cambiando”. Anche solo dal punto di vista simbolico, siamo di fronte a un rovesciamento dell’immagine classica di quello Stato americano portatore, da sempre, di “un’epica universale” del petrolio tanto forte da essere entrata prepotentemente nella cultura popolare e celebrata da cinema, letteratura e mass media.

Quindi a che punto siamo? Con un aumento del 7,9% , oggi la quota di generazione da fonti rinnovabili è circa del 25%, mentre le proiezioni al 2040 parlano di una percentuale non inferiore al 40%.

Per IRENA, cioè l’agenzia internazionale delle rinnovabili [+info], la somma della capacità di tutti gli impianti del mondo è di 2.351 GW. A farla da padrone è sempre l’idroelettrico con quasi il 50% (1.172 GW); tuttavia è probabile che non sarà sempre così, considerando i ritmi con cui crescono le altre tecnologie.

Grafico 1. Generazione secondo fonte

(fonte IRENA, marzo 2019)

Nel frattempo il solare è arrivato a 564 GW, l’eolico a 486 GW, mentre le cosiddette bioenergie hanno superato rispettivamente i 13 GW per geotermia e i 500 MW per l’energia delle maree, onde e oceani.

Grafico 2. Crescita della capacità

(fonte IRENA, marzo 2019)

Osservando l’evoluzione delle rinnovabili, è impressionante il progresso compiuto nell’arco di quasi un ventennio; se nel 2001 i GW installati erano stati circa 20, nel 2018 questa cifra è arrivata a oltre 160. Va poi ricordato che il 63% della potenza aggiunta nell’anno passato è da imputare proprio alle FER; una percentuale che sale fino al 95% se si guarda alla sola Unione europea (dato Irex).

Intanto il 61% della nuova capacità è arrivata dall’Asia, ovvero un TW di capacità rinnovabile, 44% del totale mondiale. L'Asia e l'Oceania sono state anche le regioni con la crescita più rapida, rispettivamente dell'11,4% e del 17,7%. L'Europa ha fatto segnare un +24 GW, con un aumento del 4,6%, mentre il Nord America un +19 GW, che corrispondono a +5,4%. L’Africa si è attestata a un +3,6 GW (+8,4%).

Grafico 3. Nuova potenza generata da rinnovabili

(fonte IRENA, marzo 2019)

 

Grafico 4. Capacità generata da rinnovabili secondo aree geografiche

(fonte IRENA, marzo 2019)

 

Ma quale tecnologia ha ottenuto le miglior performance?

Fotovoltaico ed eolico sono quelle che hanno contribuito maggiormente con l’84% della capacità installata. Se il solare fotovoltaico è cresciuto del 24% rispetto al 2017, raggiungendo quasi i 94 GW installati, l’eolico rimane la principale fonte rinnovabile, facendo registrare un +10% con 49 GW. Più contenuta la crescita dell’idroelettrico (+2% pari a 21 GW), mentre l'elettricità rinnovabile generata da altre tecnologie è cresciuta del 6%.

Naturalmente l'idroelettrico rimane la tecnologia più applicata: essa rappresenta poco meno del 50% di tutta la fornitura di energia elettrica da fonti green. Un primato che andrà sempre riducendosi, considerando la progressiva crescita delle altre tecnologie.

Infatti, tornando all’energia del sole e del vento, la società americana Fitch Solutions [+info] prevede che la capacità di queste fonti rinnovabili non idroelettriche dovrebbe raddoppiare tra il 2018 e il 2028, per raggiungere i 2,4 TW.

 

In questa crescita il sole avrà la meglio sul vento. A favorire questa tecnolgia saranno la maggiore velocità e i minori costi di realizzazione che un impianto fotovoltaico ha rispetto a uno eolico (per non parlare di una centrale idroelettrica). Sempre secondo quanto è previsto dallo studio, entro 4 anni dovrebbero venire installati impianti fotovoltaici per 675 GW contro i 482 GW previsti per il settore eolico. Fra 10 anni, il solare fotovoltaico dovrebbe coprire il 48% del totale delle rinnovabili non idroelettriche rispetto al 44% dell’eolico.

Anche dal punto di vista finanziario il solare fotovoltaico sembra avere attirato molti più investimenti delle altre fonti rinnovabili: per la precisione (dato 2017) si tratta di 160,8 su 279,8 miliardi di dollari, cioè +18% rispetto a qualsiasi altra tecnologia e, percentualmente il 57% del totale per tutte le rinnovabili (mega-idroelettrico a parte). Una cifra che ha superato i 103 miliardi di dollari investiti globalmente in centrali a carbone e gas (dati del Rapporto “Global Trends in Renewable Energy Investment 2018”, commissionato alla Frankfurt School – Unep Collaborating Center da UN Environment e Bloomberg New Energy Finance +info)

Chi ha investito di più è stata la Cina, desiderosa di allentare la propria dipendenza dalle fonti fossili – carbone in primis – favorendo fonti energetiche che siano ambientalmente sostenibili e strategicamente utili; nel 2018, Pechino ha aggiunto 44 GW di capacità. Per quanto riguarda Stati Uniti e India, i livelli del 2018 sono rimasti stabili rispetto al 2017, mentre in Europa la capacità è cresciuta, come non accadeva dal 2015.

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