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Mercato libero, concorrenza tra aziende e tutela dei consumatori

Marta Moreno Heras – Responsabile Legal & Compliance di Audax Energia

 

Liberalizzazione dell’energia? Sì, ma quando? Prima era luglio 2019, poi luglio 2020, ora sembra che si sia giunti alla data definitiva: 1 gennaio 2022.

I diversi rinvii e ritardi che hanno segnato il cammino verso l’inizio del mercato libero dimostrano quanto il tema sia delicato. La stessa Authority, l’ARERA, ha giustamente ricordato la necessità di arrivare con gradualità a un appuntamento di grande rilevanza che – coinvolgendo l’energia elettrica – riguarda da vicino la vita quotidiana della totalità dei cittadini.

 

Tuttavia, dall’altro lato e altrettanto giustamente, l’Antitrust italiana, (Agcm  - Autorità Garante della Concorrenza ed il Mercato), nel proprio bollettino settimanale 17 febbraio 2020 ha pubblicato il testo del parere rivolto ai presidenti delle Camere ribadendo il parere contrario a un ulteriore spostamento che potrebbe comportare "gravi rischi per la concorrenza" e mancati risparmi per le famiglie, che nel clima di incertezza degli ultimi anni sono diventati diffidenti e poco inclini al cambiamento. Infatti, l’Agcm ha chiesto al Parlamento che la data del gennaio 2022 sia “inderogabile e, quindi, non suscettibile di ulteriori rinvii”.

 

Un problema, quello sottolineato dall’Antitrust, che chiama in causa il principio di libera concorrenza in un mercato, quello elettrico, nel quale non sempre è rispettato. A partire dal fatto che, nonostante i tanti soggetti che vi operano, solo i venditori che fanno anche da distributori hanno l’opportunità di fornire elettricità per chi sottostà al servizio di maggior tutela.

Una situazione che ha condotto a “posizioni dominanti su base locale” e “generato dei fenomeni di sfruttamento abusivo delle posizioni dominanti”. Per l’Agcm, questo “vantaggio reputazionale” di cui godono i gestori del mercato tutelato deve essere attentamente considerato e valutato nel momento in cui si dovrà passare a quello liberalizzato.

 

Le ragioni di questo deciso intervento riguardano sia la tutela degli interessi di noi consumatori e dei nostri possibili risparmi sia la garanzia che nel settore energetico si instauri un regime di vera concorrenza che, come si diceva poc’anzi, non è ancora del tutto compiuto. Non bisogna infatti sottovalutare i rischi di questa transizione fatta a metà. Innanzitutto – come sottolinea l’ Agcm  – i diversi rinvii hanno causato non solo “incertezza e confusione” ma anche “una scarsa propensione al cambiamento”, con la conseguenza che molti italiani sono attualmente ancora legati al vecchio gestore non per dichiarata “fedeltà”, quanto piuttosto perché incerti o nell’attesa di una maggior chiarezza sulle modalità del passaggio. Un intervallo di tempo sterile – diciamo così – in cui gli utenti non hanno nemmeno consultato le offerte – talvolta vantaggiose – fatte dalle altre società di vendita che operano sul mercato libero.

 

Ed ecco perché l’Autorità spinge affinché si modifichi il cosiddetto meccanismo del “silenzio assenso”. Allo scoccare del 1 gennaio 2022, quei consumatori che – per le più disparate ragioni – non abbiano ancora scelto un venditore di energia non dovranno essere automaticamente riassegnati alla società di vendita direttamente legata al gestore che si occupava di fornirgli l’elettricità quando erano ancora clienti “tutelati”. Per evitare le concentrazioni di mercato su fornitori “avvantaggiati” che un meccanismo di questo tipo potrebbe comportare, l’Agcm propone le aste competitive in cui questi clienti verranno accaparrati dalle società che sapranno offrire loro le migliori condizioni tariffarie. Ma di questo si dovrà occupare in dettaglio e – speriamo – con il fine di garantire una vera concorrenza, il Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Soprattutto perché non vi è dubbio che, ad oggi, l’adesione dei consumatori alle offerte del mercato libero proceda con lentezza: una recente indagine commissionata da Selectra ha mostrato come, al ritmo attuale, ci vorrebbero altri 12 anni per arrivare al 100% degli utenti… 

 

Una situazione che si riflette sulla concorrenza del settore in generale. In presenza di consumatori disorientati o demotivati, che non si guardano attorno in cerca di offerte vantaggiose (quindi poca domanda), lo spazio per altre aziende in grado di fare offerte interessanti e convenienti diventa sempre più ristretto. Specialmente in un mercato come il nostro, chiuso e controllato da un limitato numero di player, già di per sé molto forti per storia, posizione e percentuali di utenti serviti.

 

E in un regime di concorrenza debole, l’esistenza o la sopravvivenza di quelle imprese che cercano di entrare nel mercato energetico – proponendo servizi differenti, più efficienti e a prezzi più competitivi – è sempre più difficile. Se non impossibile.

 

Non solo. In vista del 2022, vi sono altre questioni che con la libera concorrenza hanno molto a che vedere. La più rilevante, per peso e impatto sul business, riguarda la morosità e i ritardi nei pagamenti che gravano sulle casse delle compagnie di vendita di energia.

Una problematicità che pur perdurando ha visto, nel corso degli anni, l’introduzione di importanti correttivi che tutelano anche chi fornisce il servizio.

Per citarne una, la lotta al cosiddetto “turismo energetico”, ovvero la pratica di cambiare fornitore lasciando bollette non pagate alle spalle. Un fenomeno che risulta piuttosto diffuso nel nostro Paese se, secondo uno studio promosso da Facile.it, coinvolge qualcosa come 120mila persone ogni anno.

L’ARERA è intervenuta per mettere un argine a questa pratica illecita grazie a due meccanismi di tutela:

 

Una riflessione in chiusura. La tutela degli interessi dei consumatori rimane fondamentale. Così come la loro soddisfazione in qualità di clienti.

Tuttavia, la nota dell’Antitrust torna a sottolineare un fatto talvolta – ahimé – dimenticato: i vantaggi per i consumatori nascono generalmente in contesti di mercato il più possibile liberalizzati, nei quali le aziende possono operare in reale competizione, nel pieno rispetto delle logiche della concorrenza.

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