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Successo e crescita? Passano anche dalla regolazione

D. Avvocatessa Marta Moreno, partiamo dall’attualità e dall’emendamento al decreto Milleproroghe che ha rinviato al 1° luglio 2020 (doveva essere nel 2019) la cessazione del regime di maggior tutela nei settori del gas naturale e dell’energia elettrica. A questo proposito, il sottosegretario allo Sviluppo Economico con deleghe all’Energia, Davide Crippa, ha giustificato la decisione con la necessità di avere “un po’ più di tempo per evitare di avviare un cambiamento non democratico e che non tenga contro dei diversi bisogni dei soggetti interessati” . Cosa ne pensa?

Il dibattito si è giustamente focalizzato sui rischi della concentrazione del mercato nelle mani di grossi player. In particolare, si chiede che Ministero e ARERA – l’Autorità di regolazione – agiscano affinché i clienti del segmento tutelato non siano fatti migrare verso società già dominanti nel mercato italiano dell’energia. La misura – come ha spiegato il sottosegretario – si è resa indispensabile, perché non sussistono le necessarie garanzie di informazione per i consumatori su mercato, competitività e trasparenza.

Il governo si è impegnato a lavorare con gli operatori del settore e i consumatori al fine di raggiungere l’obiettivo fondamentale di garantire alla collettività un mercato energetico efficiente, sostenibile e trasparente.

 

D. Cosa è importante fare?

Dovremmo innanzitutto capire se la configurazione del mercato sia idonea a garantire l’esistenza di un numero di venditori tale da promuovere la concorrenza. O se, invece, stiamo aprendo un mercato che vedrà fatalmente pochi venditori.

 

D. Qual è la posizione di Audax Energia rispetto al mercato che andrà delineandosi?

Audax Energia, nel suo processo di crescita e consolidamento nel mercato Italiano, ha deciso porre particolare attenzione nel rivedere la propria filiera commerciale e i processi di interazione con la propria clientela, in particolare con i consumatori, al fine di affrontare un processo di ricerca di posizionamento nel mercato italiano nel pieno rispetto della normativa di settore, evitando di adottare comportamenti  abusivi e non rispettosi del cliente.

 

D. In ottica di mercato e regolazione, potremmo dire: “crescere sì, ma soprattutto fare le cose bene”?

In un certo senso sì. Benché il settore della vendita dell’energia viva un forte sviluppo, tanto a livello di fatturazione come a livello di player coinvolti, non bisogna dimenticare la sua dipendenza da un constante aggiornamento normativo e dalla variabilità delle politiche da implementare.

 

D. Quali sono le possibili criticità da tenere in considerazione?

Una delle principali, trasversale a tutte le aziende del settore, riguarda le conseguenze di mancati pagamenti delle bollette energetiche da parte dei clienti finali. Una criticità - purtroppo in forte aumento negli ultimi anni – le cui ricadute sono interamente sui venditori e che, con la crisi economica di cui hanno sofferto sia le aziende sia le famiglie italiane non ha fatto che peggiorare. Inoltre, le attuali regole prevedono che i venditori – oltre a gestire i mancati incassi direttamente legati alla loro attività (materia prima e costi di commercializzazione) – debbano anticipare il pagamento di altre voci della bolletta, il cui peso è cresciuto a dismisura.

 D. Immaginiamo si tratti di cifre ingenti...

Ogni anno si tratta di miliardi di euro. Le aziende di vendita di energia devono versare a distributori e trasportatori la quota a copertura dei relativi costi di trasporto o distribuzione, in bolletta a carico dei consumatori, oltre a corrispondere gli oneri generali di sistema, indipendentemente che questi siano stati o meno pagati dal cliente finale. Questi obblighi che, prescindono dall’effettivo incasso dei venditori, determinano potenziali squilibri fra quanto (non) incassato e quanto obbligati a versare. Inoltre, l’incremento del rischio di mancato pagamento delle bollette ha spinto l’Autorità a chiedere ai venditori di fornire ampie garanzie a distributori e trasportatori: oggi bisogna dare una garanzia pari a tre mesi di oneri, calcolati sulla base dei volumi di ogni cliente. Tuttavia, per limitare l’immobilizzazione da parte dei venditori di risorse finanziarie utilizzate per far fronte alle garanzie richieste, l’ARERA ha anche previsto la possibilità di sostituirle con un rating creditizio, che può essere anche mutuato dal gruppo al quale il venditore eventualmente appartiene.

 

D. Per i player di medie-piccole dimensioni (e non sono pochi) la situazione non sarà così semplice...

Dato il contesto di mercato e le previsioni per i prossimi anni, l’attuale disegno di mercato rischia di portare a un incremento della concentrazione nel segmento della vendita, con la scomparsa degli indipendenti. La liberalizzazione deve essere vista quindi come una garanzia di pluralità all’interno del mercato.

 

D. E Audax come si posizione rispetto a questo scenario?

Su questo aspetto Audax Energia conta con il sostegno di una casa madre solida, forte e con una qualità creditizia che fornisce la leva per affrontare la crescita della società in Italia.

 

D. Torniamo al tema del rischio legato alla morosità dei clienti, quali misure per risolverlo o almeno mitigarlo?

Questo è un problema di non facile soluzione. Legislatore e regolatore dovrebbero chiedersi chi sia il soggetto che più opportunamente può sostenerlo e studiare meccanismi di condivisione del rischio più efficienti di quelli attuali. Secondo l’Unirec (l’associazione nazionale dei recuperatori di crediti) solo nel 2015, il valore delle bollette non pagate in Italia ammontava a 6,4 miliardi. Nel 2017 Eni, EON e Sorgenia si sono viste obbligate a cedere a fondi “cacciatori di bollette” 500 milioni di euro di crediti insoluti relativi a bollette luce e gas non pagate da famiglie, partite Iva e piccole o medie aziende in Italia, con un ageing tra 700 giorni e 5 anni (“Corriere della Sera”).

 

D. Sono numeri che delineano un quadro tutt’altro che facile...

Qualche dato per meglio delineare la situazione. Sebbene nel primo trimestre del 2018 si siano registrati risultati positivi da parte delle imprese italiane e un calo dei ritardi gravi delle aziende nei pagamenti ai fornitori (rispetto a un anno fa i pagamenti oltre i 30 giorni di ritardo, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese, sono infatti calati del 10.8%), veniamo da un periodo di forte crisi sia nelle aziende italiane sia nelle famiglie, e da una successiva recessione che ancora si fa sentire nell’andamento e abitudini di pagamento dei clienti finali. Tuttavia, solo un’impresa su tre rispetta i tempi pattuiti con i fornitori: a marzo 2018 il 37.2% delle imprese paga alla scadenza, il 52.1% entro il mese di ritardo, mentre è il 10.7% la percentuale dei ritardi gravi. Una percentuale, quest’ultima, che ha raggiunto il suo minimo storico dal 2012 ad oggi, anche se rispetto al 2010 è comunque più alta del 94.5%. Continua invece la crisi delle imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio; infatti, solo il 26,5% di aziende del settore ha pagato con regolarità i propri fornitori, a fronte del 16,1% di imprese che ha accumulato ritardi significativi in materia di pagamenti e di un ampio numero di realtà (57,4%) che ha registrato ritardi entro i 30 giorni (Cribis). 

 

D. La difficoltà delle imprese, in un meccanismo a cascata, diviene anche una vostra difficoltà...

Sì e la consistenza del fenomeno dell’inadempimento degli utenti agli obblighi di pagamento della somministrazione del gas e dell’energia elettrica ha, nell’ultimo decennio, obbligato il regolatore ad intervenire sulla materia. Tuttavia, gli interessi in conflitto che l’ARERA è stata chiamata a conciliare non sono di agevole soluzione: da una parte deve essere considerato che gli utenti sono “consumatori” di servizi essenziali; dall’altro canto i somministratori devono avere a disposizione ordinari strumenti di reazione all’inadempimento nei contratti a prestazioni corrispettive. Nel far coesistere gli interessi dei consumatori e quelli dei venditori, ARERA ha adottato qualche cautela limitando le possibilità di autotutela dei fornitori che non possono adottare “rimedi drastici” quale l’interruzione del servizio senza seguire precise norme e a volte lunghe tempistiche che tutelano il consumatore (magari nel caso in cui il cliente finale non paghi perché contesta i criteri di calcolo adottati in fattura). A questo si aggiunge la riduzione del termine di prescrizione da 5 a 2 anni dei crediti relativi alla vendita di energia e del gas introdotta dalla Legge di Bilancio 2018.

 

D. Quali dunque le azioni previste da Audax Energia per affrontare questa situazione?

Per affrontare questa contingenza del mercato italiano Audax Energia ha deciso di investire nello sviluppo e miglioramento dell’efficienza dei processi sia di gestione e recupero del credito, sia di valutazione del rischio creditizio e scoring, anche avvalendosi delle nuove strade che il DDL Concorrenza 2017 ha aperto alle società del settore utility di utilizzo e consultazione dei SIC, ovvero i Sistemi di Informazioni Creditizie, in fase di valutazione del potenziale cliente.

(All’interno dei SIC infatti vengono registrati tutti i dati relativi alla richiesta/rapporto di credito, descrittivi della tipologia di contratto, dell'importo, delle modalità di rimborso e dello stato della richiesta o dell'esecuzione del contratto; inoltre si trovano le informazioni relative all’andamento periodico dei pagamenti, le eventuali attività di recupero crediti attuate e i contenziosi presenti. Tutte queste informazioni, elaborate, danno vita ad una sorta di scoring di affidabilità finanziaria).

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