Audax 2021? Sempre energia per la sostenibilità. Ora anche nel nome
di Francesco Calabretta – Cluster Lead Hungary & Italy
Tra le tante Giornate che, ormai, affollano il calendario, il 15 maggio pare essere dedicata al World Climate Change. Dico “pare” poiché ho scoperto della sua esistenza da quando mi divido professionalmente fra le sedi italiana e ungherese di Audax Energia. Infatti, è proprio in quest’ultimo Paese che l’iniziativa trova una certa risonanza, considerando che il resto del mondo ha celebrato la Giornata Mondiale della Terra solo qualche settimana prima, il 22 aprile.
Che siano più o meno globali, queste occasioni sono pensate per tener viva l’attenzione e ricordarci a quali catastrofiche conseguenze andiamo incontro se non agiamo tempestivamente.
Una questione che dopo anni di incertezze e opinioni contraddittorie sembra finalmente entrata nelle agende dei governi e delle organizzazioni sovranazionali, con ricadute misurabili e non solo sulla base di accordi multilaterali, spesso disattesi. Mi riferisco, per esempio, all’Unione europea e alle iniziative concrete che sta costruendo quali il Green Deal, la Tassonomia verde e, non da ultimo, le ingenti risorse dell’ormai noto Recovery Fund di cui una consistente parte è dedicata a progetti legati alla sostenibilità e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
La stessa finanza globale poi, orienta sempre più le sue scelte di investimento verso realtà aziendali che hanno la sostenibilità ambientale quale pilastro strategico della loro azione. Già all’inizio del 2020, mi aveva colpito come questa consapevolezza di per sé piuttosto recente, apparisse già ben radicata. In particolare, stando alle opinioni degli oltre 700 analisti e protagonisti dell’economia mondiale interpellati dal Global Risk Report 2020 emergeva che le prime cinque posizioni di maggior rischio fossero occupate proprio da eventi riconducibili all’ambiente e al climate change. Nel Rapporto 2021 l’ambiente occupa ancora 4 posizioni; una quinta – com’è intuibile – riguarda la diffusione di malattie.
Un altro dato significativo è quello proveniente dai “green bond” di compagnie che operano in settori legati alla sostenibilità. Secondo Bloomberg New Energy Finance (dati riferiti al 2019) sono stati 465 i miliardi di dollari di debito sostenibile emesso a livello mondo, con un aumento del 78% rispetto all’anno precedente. In questo quadro Audax Renovables ne è stato un chiaro esempio con 315 milioni di euro di obbligazioni “verdi” e convertibili emessi nel solo 2020.
E l’energia – com’è noto – è fra le responsabili dell’attuale situazione e dunque anche la principale protagonista in positivo di una “rivoluzione verde”. Solo con un intervento sulle fonti energetiche, abbandonando quelle fossili per andare verso quelle carbon neutral è possibile modificare l’esistente e mitigarne gli effetti negativi. Diversamente sarà difficile invertire la rotta. Alcuni dati recenti dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), ci dicono che le emissioni di CO2 legate all’energy cresceranno di quasi il 5%, arrivando a 33 miliardi di tonnellate. Un aumento sul quale si fa sentire il peso del carbone, la cui domanda dovrebbe salire del 4,5%.
Tuttavia, a questi dati poco confortanti ne corrispondono altri decisamente migliori. Nel 2021 si prevede che le fonti rinnovabili contribuiranno al 30% della produzione di elettricità globale, ancora meglio del già lusinghiero 27% del 2019.
Numeri che danno un senso al nostro lavoro e alle nostre convinzioni: fornire energia che sia il completamente carbon neutral e proveniente da FER. E ciò grazie agli accordi con chi questa energia produce (attraverso innovative forme contrattuali come i PPA), ma anche e soprattutto, grazie all’investimento diretto in parchi eolici e fotovoltaici sparsi per l’Europa e non solo. Perché è questo l’obiettivo principale al quale non smettiamo di tendere sia a livello di Gruppo sia di singole realtà degli 8 Paesi in cui Audax è presente.
Arrivo, dunque, a chiarire il senso del titolo di questo mio intervento. Il 100% di energia “verde” fornita oggi finalmente trova un’espressione compiuta: Audax perde “Energia” per diventare Audax Renewables. In Italia come negli altri mercati, con la sola eccezione della Spagna, dove mantiene il nome di Audax Renovables; idiomi diversi che significano, tuttavia, il medesimo impegno.
Perché è venuto il momento di allineare brand–mission-valori. O se si preferisce far finalmente coincidere “come ci chiamiamo”, quello che “siamo” e quello “in cui crediamo”. Con l’energia rinnovabile e sostenibile come comun denominatore.